IL RICORDO DI FABIO CASARTELLI, di Michele Lugeri
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Montelibretti, alle
porte di Roma, 1 giugno 1993
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Albese
con Cassano, 29 maggio 2005 - Commemorazione
per Fabio Casartelli al
Giro
d'Italia
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Fabio Casartelli, ciclista professionista, campione olimpico, giovane padre, è scomparso dieci anni fa morendo lungo le strade del Tour de France. Quando muore uno sportivo, un campione, un "semi-dio" come la leggenda olimpica vuole, è come se morisse un bambino: il senso di ingiustizia, di rabbia, di impotenza abbandono strappo definitivo è devastante... Ricordo quell'estate del 1995, giravo per la Sicilia con Legambiente per raccogliere e analizzare campioni di acqua di mare. Senza autoradio, ma con una radiolina a pile o affacciandomi nei bar o addirittura nelle case siciliane, vagavo alla ricerca di notizie dal Tour...forse l'ultimo ricordo di Casartelli vivo è legato ad un portico ventilato e ad una finestra aperta di una casa di Monreale. Alle spalle lo splendido Duomo, di fronte la lunga fila dei corridori sotto la canicola francese. Pochi giorni dopo, dal televisore di casa mia, l'immagine terribile di un tricolore listato a lutto che sventola in faccia all'arrivo dello scellerato Virenque... Fabio ormai non c'era più. Non c'era più per quel Tour de France, forse. Quel Tour de France fatto di Virenque e Coca-Cola, fatto di quelle risate in salottino con Stephen Roche e qualche pin-up... Ma per tutti coloro che amano lo sport, Fabio non è mai andato via. Per la sua famiglia, appena nata, non è mai andato via - nei cuori - ma solo la sua famiglia può conoscere quanto brucia la fame di carezze... Albese con Cassano, il gruppo sportivo, l'associazione Casartelli - dal presidente playmaker Marzorati al signor Maspero, a tutti i volontari - hanno saputo ricordare degnamente il loro figlio, amico e campione offrendo un grande spettacolo di affetto verso il Giro e una mostra di ricordi di Fabio, dalla prima tenera maglietta in terital - piccolissima! - fino all'ultima tragica bici Caloi. Ma prima di vedere le foto della giornata del 29 maggio 2005, della partenza dell'ultima tappa del Giro del Falco, mi permetto di rendere pubblica una mail che mi scrisse il presidente del G.S. Albese, Giacomo Maspero.
Prima di tutto grazie per
la tua mail, mi permetto di darti del tu, è sempre emozionante
ricevere parole di affetto che parlano di Fabio. Sono passati sette
anni (la mail è del 2002, ndr) e
ancora oggi riceviamo testimonianze come la tua, di professionisti ma
soprattutto di gente comune che vuole dirci che non l'ha
dimenticato.
Immagino la tua emozione nel
vedere Chiappucci e Casartelli insieme, hai ragione sarebbe stato un
grande campione.
Grazie per le foto. Mi sono
permesso di girare per intero la tua mail alla moglie di Fabio e non
solo le foto.
Quando muore uno sportivo,
quando muore un bambino, un lavoratore....è sempre ingiusto, quando
muori così giovane e con bimbo di soli due mesi, ....ma è la vita
e se tutto questo oggi fa meno male è anche grazie al suo splendido
ricordo.
Abbiamo chiuso proprio in
questi giorni una mostra su Fabio, che ha ottenuto un discreto
successo, perché siamo convinti che anche le nuove generazioni
debbano conoscere un grande campione e che il suo ricordo non debba
essere accantonato come una vecchio vestito.
Grazie di tutto
Giacomo Maspero
Presidente G.S. Albese Fabio
Casartelli
il podio di Barcellona, la maglia coi cinque cerchi olimpici - ormai sbranata dalla logica del professionismo - la medaglia d'oro immortale e la maglia azzurrina che tanto fece arrabbiare l'allora presidente del CONI Mario Pescante, ma che sicuramente rinfrescò le spalle di Casartelli, Gualdi e degli altri compagni d'avventura olimpica...era il 1992, dopo Fabio l'onore dell'oro spetta a campioni come Pascal Richard, Jan Ullrich e Paolo Bettini.
Albese con Cassano, 29 maggio 2005
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